Per lo splendido viaggio a Madrid che la Ruota Internazionale ha organizzato dall’8 all’11 maggio scorso, desidero ringraziare la nostra Presidente Anna Maria Pollak, le Socie che hanno partecipato.
Siamo stati tutti veramente soddisfatti della calda accoglienza di Suor Miracolo e delle sue consorelle nella Casa Generale delle Suore Concezioniste Missionarie dell’Insegnamento.
Il luogo pulito, comodo e silenzioso, in cui si percepiva una profonda spiritualità religiosa, ha rinfrancato le nostre menti e i nostri corpi anche con le abbondanti e piacevoli colazioni mattutine.
Un sentito ringraziamento al Signor Ambasciatore Giuseppe Buccino Grimaldi per la squisita cena nella sede dell’Ambasciata d’Italia a Madrid, il prestigioso Palazzo de Amboage. Ritenuto uno dei più belli della capitale, appartenuto agli omonimi marchesi, costruito nei primi anni del ‘900 dall’architetto spagnolo Joaquin Rojì, che si ispirò al barocco francese, fu acquistato dal governo italiano nel 1933. Nei maestosi saloni, elegantemente decorati, ornati da grandi tappeti d’epoca e ricchi di opere d’arte, tra cui risaltano i maestri Salvator Rosa, il Cavalier D’Arpino e il celebre scultore spagnolo Mariano Benlliure con la sua ballerina Pastora Imperio, il Signor Ambasciatore ci ha gentilmente intrattenuto in una piacevole conversazione, delucidandoci la situazione politica, sociale ed economica della Spagna e di Madrid e il notevole sviluppo in senso dinamico e moderno della capitale. Ha anche dimostrato la sua simpatia nel farci l’onore di proporre il Palazzo de Amboage come sede per il festeggiamento del prossimo anniversario de La Ruota.
Diverse sono state le visite effettuate dalle Socie nella città, dal Palazzo Reale, il più importante palazzo barocco della Spagna, ricostruito sul luogo dove sorgeva dal IX secolo l’Alcàzar dell’Emiro Mohamed, dopo l’incendio nel 1734 della prima residenza reale spagnola, per volere del re Filippo V, primo re della dinastia dei Borbone, su disegno del grande architetto italiano Filippo Juvarra, al grandioso e immenso Museo del Prado, voluto da Carlo III ed eseguito in stile neoclassico dall’architetto spagnolo Juan de Villanueva dopo il 1786. Anche la collezione Thissen – Bornemisza e il Museo Sorolla, bella casa del pittore della luce mediterranea e del mare, resi con sciolte e avvolgenti pennellate, hanno molto interessato le Socie.
A circa 40 chilometri da Madrid, tra il monte e i giardini all’italiana, si erge grandioso, in granito chiaro con possente forma quadrangolare, munita di torri e facciata e frontespizio a forma di chiesa, il complesso monumentale dell’Escorial, formato dalla Basilica, dal Palazzo del re, dal monastero e dalla scuola.
Con 4000 stanze, più di 7000 finestre e di 3000 porte è il monumento più rappresentativo delle aspirazioni ideologiche e culturali del “secolo d’oro” spagnolo, voluto da Filippo II, ritratto anche dalla grande pittrice italiana Sofonisba Anguissola, il cui dipinto, conservato al Prado, rivaleggia con i ritratti del monarca di Tiziano e di Coello.
In questo periodo Filippo II (1527-1598) re di Spagna e delle Indie, di Napoli, Sicilia, Milano e Paesi Bassi, massima potenza politica del continente europeo, si erse a difesa della controriforma cattolica contro la riforma protestante. Nelle sue forme e nel suo patrimonio di opere (l’Escorial divenne anche pantheon dei re di Spagna con Filippo III) trovano espressione l’ortodossia cattolica e la grandezza imperiale di Filippo, protettore del cattolicesimo nell’aspra lotta per l’egemonia europea, rafforzando l’inquisizione sotto l’intransigente suo controllo.
Altero, tendente a sostituire l’impero polinazionale, ereditato dal padre Carlo V d’ Asburgo, con un organismo assoluto, volle far nascere Madrid, la nuova capitale, vicino all’Escorial.
La Basilica di S. Lorenzo, ispirata a S. Pietro con la sua cupola, progettata, come il resto del complesso, dall’architetto spagnolo, allievo di Michelangelo, Juan Bautista de Toledo e proseguita da Juan de Herrera, è il cuore, il centro del palazzo. Molti sono i capolavori italiani al suo interno: il Crocifisso in marmo di Benvenuto Cellini, l’enorme pala d’altare con dipinti di Federico Zuccari e dell’allievo di Michelangelo, Pellegrino Tibaldi, pittori manieristi, mentre le sculture di bronzo dorato dei cenotafi di Carlo V a sinistra e di Filippo II a destra, entrambi in ginocchio, sono opera dei milanesi Leone e Pompeo Leoni.
Molte arcate e volte nei soffitti, sono state decorate posteriormente da Luca Giordano, amato da un altro re di Spagna, Carlo III di Borbone (1716-1788), che lo impiegò anche nella meravigliosa reggia di Caserta. Alla grande pittura romana delle Stanze Vaticane di Raffaello e della Sistina di Michelangelo, sintesi del sapere classico e della fede nelle Sacre Scritture, si ispira la grande volta del salone d’onore della Biblioteca, affrescata dal Tibaldi, voluta da Filippo II come compendio di tutto il sapere con migliaia di codici e pergamene antiche.
Nelle sale Capitolari, fra le tele, di cui molte sono oggi conservate al Prado, spiccano il S. Gerolamo e l’Ultima Cena di Tiziano e poi quelle di Veronese, Velasquez, El Greco, Ribera. Ho molto ammirato i 54 affreschi, meno noti, dipinti dal Tibaldi nelle logge dell’enorme chiostro del Monastero. Nella Storia della Redenzione con la Passione di Cristo, ha saputo unire al linguaggio dei grandi maestri un sentimento religioso profondo e quello del racconto, rendendo partecipe lo spettatore.
La Socia Sara Rossi