Fin dai primi passi percorsi all’interno del meraviglioso giardino della Caserma dei Corazzieri di via XX Settembre, ci siamo rese conto di entrare in un mondo di giganti: stavamo per esplorare un mondo di persone altissime, e non parlo solo di altezza fisica, mi riferisco anche alla loro levatura morale.

Abbiamo subito incontrato il nostro “Cicerone”, il Tenente Colonnello Zatelli, persona affabile e cortese, dotato di bella presenza e ars retorica, un vero affabulatore: ci ha aperto le porte del mondo dei Corazzieri, di questi giganti buoni, e non avremmo potuto che rimanere affascinate dalla loro storia, dal loro percorso, dalla realtà quotidiana descrittaci con dovizia di particolari.

I corazzieri nascevano come guardie speciali della famiglia Savoia fin dal 1300, non avevano nulla a che fare inizialmente con l’arma dei Carabinieri; sono stati annessi all’Arma solo nel 1868, dopo l’Unità d’Italia, pur rimanendo guardie speciali del Re allora vigente, al quale giuravano fedeltà e protezione.

Pur entrando a far parte dell’Arma dei Carabinieri, rispettandone tutte le caratteristiche di serietà, fedeltà e abnegazione, rappresentano comunque uno spaccato molto speciale della nostra realtà militare,  non solo per motivi estetici (vista la loro altezza mai inferiore al 1,90 m!!!), ma anche per le peculiarità delle loro attitudini e dei loro talenti: rappresentano un piccolo nucleo sociale e militare autocratico, con maestranze che sapientemente sanno affrontare qualsiasi tipo di problematica e realizzare manufatti di ogni genere; hanno un affrescatore interno che ha dipinto la cappella di San Giorgio, il loro protettore, falegnami che realizzano tutti i lavori di mobilio/boiserie all’interno della caserma stessa, giardinieri, maniscalchi, etc…

Non finisce qui, la cosa che mi ha colpito di più è lo smisurato amore per i meravigliosi e imponenti cavalli che sono parte integrante dell’arma, prevalentemente cavalli irlandesi con un garrese non inferiore a 1,70 m, certamente adatti a sopportare persone di altezza e stazza “particolare”. Cavalli sempre scuri, morelli o bai, capaci di mimetizzarsi durante le azioni di difesa e protezione. Sono sorprendenti la cura, l’amore, la passione e la dedizione con cui tengono questi animali, spazzolati quotidianamente, strigliati, lucidati, con le criniere sempre perfettamente tagliate, statuarie opere d’arte (viventi) di muscolatura, simmetria  e lucentezza; la cura per la loro fisicità e per la loro psiche, le vacanze rigeneranti presso la tenuta di Castel Porziano del Presidente della Repubblica,  la fine della carriera trascorsa sempre in questo luogo ameno, per raggiungere il momento del distacco terreno liberi, curati e sereni, immersi nel verde della pineta.

Abbiamo percorso un giro razionale e meticoloso che ci ha portato, come in un anello magico, a scoprire tutte le caratteristiche di questo mondo, attraverso il racconto entusiasta e grato del Tenente Colonnello Zatelli, che ci ha permesso di seguire tutto il tour di due ore e mezza in una volata, senza percepire stanchezza o noia neanche per un attimo!

Camminando tra una meraviglia e l’altra, ad un certo punto ci si è aperto uno scenario davvero insolito all’interno di una struttura al chiuso: un campo equestre, con tanto di terreno battuto, dove abbiamo potuto godere dello spettacolo di due meravigliosi cavalli irlandesi morelli che stavano allenandosi, cavalcati dai loro cavalieri: che stile, che classe, che eleganza!  Poi siamo entrate nelle scuderie, avvolte dal profumo del foraggio e da quell’odore peculiare che ha rievocato in me ricordi di bambina.

Abbiamo potuto godere del momento del “pranzo”: nonostante i cavalli fossero affamati, erano molto curiosi per la nostra presenza, si dividevano tra un boccone goloso ed un’occhiata curiosa…quello sguardo intelligente, ammiccante ed eloquente che solo un “amico” dell’Uomo può avere. Animali incredibili.

Ogni passo all’interno di questa caserma ci lasciava gli occhi spalancati e la bocca aperta, basite di fronte a tanta bellezza, tanto ordine, tanto rigore, tanta perfezione.

Come se non bastasse siamo poi giunte nella sala delle moto, che a partire dal 1940 hanno accompagnato, oltre ai cavalli, le corse e le parate dei Corazzieri: moto d’epoca che di anno in anno erano sempre più moderne, pur conservando un delizioso e rispettoso stile retrò, fino all’ultima generazione veramente imponente ed elegante.

Ciascuna di noi non ha perso l’occasione e si è fatta immortalare in sella a queste portentose “cavalle” a due ruote!!!

Non posso non menzionare la sala degli accessori, tra cui le selle: mi ha colpito la sella regalata al Presidente Napolitano da Gheddafi, una sella colorata dal “sapore nordafricano”. Quanta storia tra quelle mura!!!

Posso confermare che ALTEZZA MEZZA BELLEZZA, ne esistono le prove viventi e monumentali a via XX Settembre a Roma, ma non posso confermare che la PERFEZIONE non esiste…perché noi l’ABBIAMO INCONTRATA DAL VIVO SABATO 14 OTTOBRE.

Grazie ai Nostri Corazzieri, ormai Arma del cuore, ed è un’“arma” che non fa mai male.

La Socia Barbara Bracci